A guidare le ragazze in questa storica prima volta sarà coach Filippo Santoro che condividerà quindi la sua competenza nel mondo del rugby femminile con un gruppo che cercherà di essere competitivo sin dal suo primo anno. La squadra sarà iscritta al campionato col nome di Rugby Calvisano.
Filippo Santoro ha iniziato a giocare a rugby con il Rugby Mantova a 13 anni. Dopo aver fatto tutte le giovanili con qualche presenza nelle selezioni U16 e U18 ha esordito a 18 anni in prima squadra in serie C come mediano d’apertura. Nel 2004 è arrivata la promozione in serie B. Nel 2009 dopo un anno e mezzo di pausa ha ripreso a giocare con la formazione cadetta del Mantova in serie C. Nella stagione 2012/13 Santoro chiude la sua carriera da giocatore.
Parallelamente al percorso da giocatore, Santoro a 17 anni ha iniziato la formazione come allenatore allenando gli U8/10 per poi passare alla U12 e alla U14 e qualche assistenza in U16 e U18. Nel 2015 inizia il suo percorso con la senior Femminile che partecipa alla Coppa Italia. Nel 2016/2017 ha collaborato come tecnico con il Comitato Regionale Lombardo per le attività di sviluppo U14 Femminile. Importante è stata anche la collaborazione con il Rugby Colorno sia dal punto di vista umano che tecnico. Nelle ultime due stagioni, mentre allenava la squadra femminile, Santoro è stato assistente allenatore e skills coach della prima squadra maschile con una parentesi come head coach nella Pool Promozione della stagione 2017/2018.
Dallo scorso anno è direttore tecnico del Minirugby e responsabile del progetto scuole del Rugby Mantova con l’obbiettivo di far crescere e promuovere il rugby nella città. Santoro nella vita è architetto con uno studio a Mantova.
“Tutto quello che ho fatto fino ad oggi per il rugby è pura passione – commenta Santoro – anche se a volte è necessario dedicare molto tempo all’organizzazione del lavoro dentro e fuori dal campo. Per ora questa cosa non mi pesa e finché potrò coniugare lavoro-casa-sport andrò avanti”.
Santoro esprime poi la sua opinione sul movimento del rugby femminile in Italia: “La valutazione è assolutamente positiva, si sono visti cambi radicali negli ultimi 10 anni sotto l’aspetto della preparazione fisica e tecnica delle ragazze e anche sotto l’aspetto organizzativo della Federazione e delle società che credono nel progetto “rugby femminile”. Questo ha sicuramente influito sulla crescita del movimento così come la volontà delle ragazze di sentirsi parte di qualcosa che le permetta di esprimersi senza vincoli, ribaltando stupidi preconcetti. Credo che questa crescita sia destinata a continuare in quanto molte società si stanno attrezzando con un settore femminile e molte altre, come noi, stanno collaborando per permettere alle ragazze di arrivare al rugby a XV, che è il vero obbiettivo federale. Questo permetterà di avere un maggiore numero di ragazze nel XV in ottica nazionale ma dall’altra parte inizierà una scrematura naturale per coloro che faranno più fatica ad adattarsi al XV. Per queste ragazze appassionate dubito che la soluzione sia la Coppa Italia che ha perso in parte il fascino della competizione, rimanendo, se vogliamo giustamente, un mezzo di propaganda. Dovremo essere bravi a coinvolgere le ragazze all’interno dei club come educatrici o allenatrici, staff e magari come arbitri”.
La prossima serie A Femminile cambierà nel regolamento: “Credo che ci sarà una serie A con 3 gironi – continua Santoro -. Uno élite che raggrupperà le squadre più forti dell’ultima stagione e due gironi territoriali. Saremo nel girone Nord assieme ad altre squadre esperte ed altre di nuova formazione che arrivano dalla Coppa Italia. Questa formula è sicuramente positiva in quanto dovrebbe rendere il campionato molto più equilibrato e avvincente. Credo che la squadra che andremo a creare non dovrà porsi limiti in quanto l’obbiettivo primario è la crescita individuale e collettiva. Gli obbiettivi individuali dovranno essere fissati mentre quelli collettivi matureranno lungo la stagione. Sarà un inizio in salita e la mia sfida sarà quella di accompagnare le ragazze fuori dalla Coppa Italia e dentro al rugby a XV nel minor tempo possibile accrescendo responsabilità e leadership nelle ragazze con un occhio alla sicurezza. Vorrei farlo con l’aiuto di quelle giocatrici che hanno già maturato delle esperienze nel XV e con l’intervento a spot di altri tecnici che possano aumentare la qualità del nostro lavoro. Diventa quindi difficile parlare di aspettative in quanto prima di tutto dovrò conoscere il gruppo e le sue dinamiche ma vorrei che le motivazioni e l’impegno che le ragazze metteranno negli allenamenti si veda nitidamente nelle prestazioni in campo con un approccio alle gare sempre propositivo. Le ragazze dovranno avere voglia di provare e scoprire tutto il necessario per affrontare un campionato a XV”.
Santoro chiude con una riflessione sull’accordo tra Mantova e Calvisano: “Il nostro accordo è nato in brevissimo tempo. Sergio Appiani ed io ci siamo sentiti ragionando sull’opportunità di regalare alle ragazze una nuova esperienza e delle nuove motivazioni. I numeri ci permettevano di collaborare e quindi abbiamo gettato le basi ragionando anche logisticamente su come poteva funzionare. Perché il progetto possa consolidarsi è fondamentale che entrambe le società lavorino sullo sviluppo del settore giovanile. Il ricambio generazionale è molto più rapido rispetto a quello dei ragazzi e non è un caso che tutte le società di Serie A più blasonate abbiano un settore giovanile completo.
Spero che questa collaborazione che unisce il Sud-Est della Lombardia possa generare un interesse maggiore attorno al rugby femminile di Mantova e Brescia e che entrambe le società ne traggano giovamento”.